Mutui a tasso fisso: rata più cara. Il signor Rossi stipula un prestito a tasso fisso di 100.000 euro per acquistare casa. Se l’avesse fatto un anno fa, avrebbe pagato una cinquantina di euro in meno al mese. Questo è un effetto concreto dell’aumento del prezzo dei mutui casa iniziato qualche mese fa e ora certificato dalle banche italiane.
+2% tassi ipotecari a tasso fisso
In effetti, il Taeg di marzo, che include altre commissioni addebitate dalle banche oltre ai tassi di interesse rigorosamente, era in media del 2,01%, questo è un livello mai visto da agosto 2019. Non siamo affatto vicini alle quote di dieci anni fa (oltre il 4% all’epoca) o durante la crisi finanziaria del 2008 (oltre il 6% all’epoca), ma è un campanello d’allarme per chi vuole comprare un tetto ora (ovviamente per chi ha un vecchio mutuo a tasso fisso le rate non cambieranno, e la variabile aumenterà ma resterà bassa).
Il costo del capitale aumenterà
Ma perché questi aumenti dopo tanti anni di condizioni favorevoli? Perché la Bce, che ha tagliato gli stimoli, dovrebbe (probabilmente a luglio) aumentare il costo del denaro (a zero dal 2016) per compensare l’inflazione, che a sua volta è alimentata dalla guerra in Ucraina, che ha alimentato i prezzi dell’energia. Con questa strategia i prezzi dovrebbero raffreddarsi, riducendo l’impatto sui salari, ma diventa più costoso chiedere soldi in banca.
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I titoli di Stato pagano di più
Ci sono altri effetti: gli interessi sul risparmio (quasi zero ora) dovrebbero aumentare un po’ (ma non compensare l’inflazione). Crescono i rendimenti dei titoli di Stato, e ora: una buona notizia per chi compra nuovi titoli all’asta al posto del debito pubblico, perché chi finanzia il nostro Paese deve pagare di più.